lunedì 31 gennaio 2011

Aspetti fiscali delle bio energie

Aspetti fiscali connessi alla produzione e cessione

Nell’ambito delle energie rinnovabili, l’Italia si è impegnata fin dal 2007 insieme agli altri paesi aderenti all’UE a raggiungere entro il 2020 gli obiettivi del 20% di energia da fonti rinnovabili, 20% di risparmio energetico, 20% di riduzione di CO2.
Una prima risposta a tale impegno è stata la finanziaria del governo Prodi (legge 24-12-2007), che introduceva interessanti novità normative; confermate successivamente dal governo Berlusconi, fino all’ultima legge 23 luglio 2009 n. 99 che definisce con chiarezza, almeno per i piccoli impianti a energia rinnovabili, il quadro normativo.
Il settore delle energie rinnovabili è piuttosto ampio, spazia dal solare all’idroelettrico, dall’eolico alle bioenergie; proprio su queste ultime intendiamo focalizzare la nostra attenzione e in particolare su una di esse.

Le bioenergie.
Per bioenergie si intendono le biomasse così definite dalla direttiva 2009/28/CE: “la frazione biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui di origine biologica provenienti dall’agricoltura (comprendente sostanze vegetali e animali), dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, comprese la pesca e l’acquacoltura, nonché la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani”.
Nell’ambito delle biomasse riveste particolare interesse per le aziende agricolo-zootecniche il biogas, una biomassa gassosa ottenuta dalla fermentazione anaerobica (assenza di ossigeno libero), con una percentuale di metano che varia dal 65% al 50%.
Punto di partenza per ottenere il biogas sono reflui zootecnici (bovini, suini) e coltivazioni erbacee dedicate (mais , sorgo, cerali autunno vernini), che vengono miscelati all’interno di appositi contenitori coperti detti digestori.
Nei digestori avviene la fermentazione anaerobica che dura dai 30 ai 60 giorni a seconda delle condizioni, in essa essenzialmente avvengono trasformazioni di tipo biologico, con la conversione delle sostanze organiche in un gas biologico, detto appunto biogas.
Il gas prodotto pur avendo un potere calorifico inferiore a quello del metano, può essere utilizzato per le necessità energetiche dell’azienda stessa per produrre energia elettrica e termica da vendere in rete.
I meccanismi per produrre energia sono piuttosto semplici:
  1. se l’azienda ha bisogno solo di energia termica si può semplicemente bruciare il biogas in una caldaia per riscaldare l’acqua ed inviarlo alla zona dove necessita attraverso i normali sistemi di trasporto;
  2. se l’azienda ha bisogno anche di energia termica e elettrica si può progettare un sistema di cogenerazione, attraverso un normale motore a ciclo Otto collegato ad un alternatore che produce entrambe le energie contemporaneamente. Il biogas serve da combustibile per il cogeneratore che ha un rendimento totale, superiore all’80%.
Aspetti fiscali e tributari
Negli ultimi anni il legislatore, nell’ottica dello sviluppo dellaproduzione di energia mediante fonti rinnovabili, ha introdotto disposizioni dicarattere fiscale volte ad incentivare l’esercizio di tale attività da parte degliimprenditori agricoli.
In particolar modo l’articolo 1, comma 423, della legge 23 dicembre 2005, n.266 (legge finanziaria per il 2006) ha stabilito che “La produzione e lacessione di energia elettrica da fonti rinnovabili agroforestali effettuate dagliimprenditori agricoli costituiscono attività connesse ai sensi dell’articolo 2135,terzo comma, del codice civile e si considerano produttive di reddito agrario”.
Lo scorso 6 luglio l’Agenzia delle Entrate ha emanato la Circolare 32/E, con la quale fornisce chiarimenti in merito alle problematiche fiscali legate alla classificazione del reddito ritraibile dalla produzione e cessione di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili.
La conclusione a cui giunge l’Agenzia è chele attività effettuate dagliimprenditori agricoli di produzione e cessione di energia elettrica e calorica dafonti rinnovabili agroforestali e fotovoltaiche, nonché di carburanti e prodottichimici ottenuti da vegetali derivanti prevalentemente dal fondo, costituisconoattività connesse ai sensi dell’articolo 2135 del codice civile e si consideranoproduttive di reddito agrario.
Perché scegliere il biogas.
L’energia prodotta da fonti rinnovabili presenta vantaggi di diverso ordine che andremo qui ad elencare:
  1. ambientale, gli unici esseri viventi capaci di trasformare autonomamente composti inorganici in organici sono i vegetali (organismi autotrofi), attraverso la fotosintesi clorofilliana. Tale processo utilizza tra l’altro la CO2 atmosferica fissandola e trasformandola in composti organici che verranno poi utilizzati per produrre il biogas. Risulta evidente che tale tipo di energia non solo è rinnovabile ( il ciclo delle piante si ripete ogni anno), ma diminuisce anche la CO2 prodotta dalla combustione per produrre energia in quanto la CO2 fissata sarà almeno pari a quella prodotta dalla combustione del biogas nel motore endotermico.
  2. economico, le aziende agricolo zootecniche possono ottenere dalle incentivazioni un reddito integrativo a quello che già ottengono dalla loro attività senza stravolgere l’organizzazione aziendale in essere.
  3. energetico, in quanto la produzione di energia elettrica attraverso la microgenereazione diffusa, permette di diminuire la dipendenza dai combustibili fossili e diminuire le perdite per il trasporto dell’energia.
  4. per gli imprenditori agricoli, la produzione e successiva vendita di energia elettrica prodotta da biogas, rappresenta un ottimo investimento, ideale per assicurare alla gestione aziendale un cash flow costante da utilizzare per alimentare la gestione tipica aziendale.

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